La storia dell’uomo è la storia dei suoi racconti e nel Palio, la storia di un uomo è la storia di tutti gli uomini. Ed è così che il Luccio a volte ti sceglie, lo fa quando meno te lo aspetti, per portarti in alto, nella leggenda, per sempre! Questa è infatti la storia di un uomo il cui destino è scritto proprio tra le acque del Trasimeno, in mezzo alle onde del lago più magico del mondo. Quell’uomo si chiama Maurizio ed in quel Luglio del 1991, aveva da poco compiuto ventisette anni. Chissà cosa pensò quando ricevette la chiamata del suo grande amico d’infanzia Augusto Bracci che gli diceva: “Mauri, quest’anno remi tu!”. Augusto glie lo disse ridendo, come fosse un gioco, ma dall’altra parte del telefono Maurizio capì subito che Augusto non scherzava. Ed infatti non stava scherzando, perché anche se mancavano solo pochi giorni al Palio, serviva davvero un rematore che sostituisse Paolo Pieroni che si era rotto un dito chissà come. Ma è nei momenti di difficoltà, che si creano i legami, è quando c’è di fronte una montagna da scalare che un Rondolino, insieme ai suoi fratelli biancazzurri, da il meglio di sé. Maurizio era alto, prestante ed era uno a cui piaceva fare sport. Ma soprattutto sapeva cosa significa essere un Luccio e non mollare mai! Fu per questo motivo che non esitò nemmeno un istante ad accettare quella richiesta che sembrava assurda. Da quel giorno si mise in barca allenandosi con tutto il fiato che aveva in corpo, con tutta la sua forza e soprattutto con un idea fissa in testa. Perché quello stesso giorno Maurizio non solo decise che avrebbe remato sostituendo Pieroni, ma che quel Palio lo avrebbe vinto!
Il giorno della gara era un po’ nuvoloso e soffiava una leggera tramontana, uno di quei giorni in cui le nuvole sembrano disegnate col pennello trapelando i raggi di un sole così luminoso che sembra voler esplodere da un momento all’altro. Maurizio era tranquillo, respirava a pieni polmoni e mentre aspettava lo sparo della partenza osservava quel cielo che lanciava lame dorate tra le nubi che si scagliavano accecanti sulle acque del lago scintillante. Augusto scelse la terza boa dal basso per stare vicino al San Donato di Giorgini e Bruciati, una coppia ben allenata che aveva vinto le prove generali e che tutti consideravano la favorita per la vittoria dopo l’infortunio di Pieroni. Ma la storia del Palio insegna una cosa: mai fare i conti troppo presto col Luccio predatore! Augusto cominciò con loro un vero lavoro psicologico fatto di irriverenti e fanfaronissime battute per innervosirli quanto bastava, nonostante loro cercassero di mascherare la loro tensione, ma senza riuscirci. L’atmosfera era elettrica e la gente dalla riva improvvisamente ammutolì in un silenzio irreale attendendo la partenza. L’atmosfera era quella che c’è al Trasimeno un attimo prima di una tempesta estiva violenta ed improvvisa, nessuno diceva una parola, anche il vento e le nuvole sembravano ferme in attesa che qualcosa di straordinario accadesse. E la tempesta giunse un attimo dopo perché partirono benissimo Augusto e Maurizio, sembrava che remassero insieme da anni quei due e già dopo duecento metri eravamo in testa. E lì rimanemmo. Perché Maurizio ed Augusto non avrebbero mai mollato sotto le urla di incitamento della portabandiera Sara Bettoni, delle vere e proprie scariche di adrenalina dritte nelle vene dei due eroi che remavano con una forza stupefacente che sembrava provenire da chissà dove. Sara urlò con tutto il fiato in corpo ad ogni remata di Maurizio ed Augusto che al Pontile attraccarono per primi. I ragazzi a terra fecero il il loro dovere e ripartimmo che le nuvole in cielo si erano già aperte illuminando il cammino verso la vittoria sotto ai raggi dorati del sole. Maurizio Turcheria aveva remato con un forza sovrannaturale, una remata bellissima, che sembrava scritta con la matita. Aveva vinto quel Palio insieme ad un intero Rione che non aveva mai smesso di crederci, sicuri che un vero Rondolino avrebbe fatto quello che gli compete: vincere! I ricordi di quell’incredibile 28 Luglio 1991 svaniscono poi nella notte di una festa incontenibile che ancora oggi è leggenda. Purtroppo l’anno seguente Augusto cambiò residenza ed il regolamento di allora non gli permise più di gareggiare al Palio delle Barche; fu così che si interruppe, per il momento, quella che sarebbe stata sicuramente una striscia di vittorie consecutive ancora più lunga. Ma l’incredibile e bellissima storia di Maurizio con il Trasimeno non finisce qui, perché il nostro eroe silenzioso, l’uomo che in un solo giorno entrò nella leggenda del Palio delle Barche e di Passignano, di lì a poco divenne il Capo timoniere del Concordia, il battello che collega Passignano ad Isola Maggiore. Ancora oggi, Maurizio naviga tutti i giorni su quel lago che tanto ama e che lo ha altrettanto amato. Chissà a cosa pensa quando al timone, osserva quel cielo incantato che si confonde con l’acqua, quando soffia tramontana e le onde sono trafitte dai raggi dorati del sole. Noi siamo certi che un leggero sorriso gli si stamperà in viso ricordando che per sempre il suo nome sarà legato con grandissimo onore al Trasimeno ed al Rione Centro Due. Il suo coraggio, l’ardire e la dedizione sono un esempio per ogni Luccio e il suo insegnamento vivrà per sempre nello spirito dei biancazzurri. Sono passati tanti anni da quel meraviglioso 1991, ma ancora oggi la vita di Maurizio si incrocia indissolubilmente a quella del Rione Centro Due tanto che il suo animo di eroe è così generoso che è proprio lui, ogni anno, al timone del Battelluccio che trascina tutto il popolo biancoazzurro in festa tra le acque del Trasimeno.